Gli indici di bilancio - Episodio 7 | Il LEVERAGE


Negli scorsi episodi abbiamo spesso parlato di: 

CAPITALE PROPRIO: inteso come il totale delle risorse che l’imprenditore e suoi soci investono personalmente nell’azienda;  

CAPITALE DI TERZI: noto anche come capitale di debiti comprende tutte le risorse che l’imprenditore e i soci ottengono da soggetti terzi; come ad esempio banche, fornitori, ecc. 

I debiti possono essere a breve o a medio/lungo periodo. La somma di tutto il capitale che l’impresa deve a soggetti terzi (es. Banche, fornitori) entro un determinato periodo di tempo viene definita: STRUTTURA DELL’INDEBITAMENTO

Il capitale proprio invece, non ha una scadenza perché rimane vincolato perennemente all’interno dell’azienda. 

Esiste un indicatore di bilancio che indaga sul rapporto tra i capitali ottenuti da soggetti terzi e quelli investimenti personali dall’imprenditore. Questo indicatore prende il nome di leva finanziaria nota anche come LEVERAGE 

Di seguito la formula per calcolarlo:  
  • Leverage = (capitale proprio + capitale di terzi)/ capitale proprio

Quali lavori può assumere il Leverage? Come devono essere interpretati? 

Il leverage può assumere diversi valori che vengono di solito interpretati nel seguente modo:  
  • Se il leverage è uguale a 1 significa che l’azienda non ha debiti. Questo significa che tutte le fonti di finanziamento sono costituite dal capitale proprio. Questo è il valore perfetto vuol dire che l’azienda riesce a far fronte a tutte le proprie senza dover chiedere prestiti a soggetti terzi. 
  • Se il leverage è compreso tra 1 e 2 significa che il capitale proprio è maggiore del capitale di terzi. È una situazione che si verifica piuttosto spesso e significa che l’azienda si è indebitata, ma ha anche una cospicua fonte di finanziamento costituita da mezzi propri. 
  • Se il leverage è maggiore di 2 mostrerà che il capitale di terzi è maggiore del capitale proprio e questo potrebbe rappresentare un fattore di rischio. L’azienda potrebbe essere “sottocapitalizzata”.